La NASA beccata a fotoritoccare le foto di Marte?

L'immagine che vedete qui a lato è un triste screenshot estratto dall'ultima perla partorita dal blog Mistero bUFO amministrato dal giornalista sportivo Flavio Vanetti, non nuovo a precedenti infelici uscite in ambito ufologico. Secondo quanto riportato da un certo Tetricus, la NASA sarebbe stata colta a fotoritoccare immagini marziane acquisite dal rover Curiosity lo scorso 1 luglio, facendo emergere l'idea che l'agenzia spaziale americana starebbe censurando un qualcosa di non meglio precisato. L'individuazione, secondo costoro, di rocce replicate con il "copia incolla" nella stessa immagine e una lunga "sfumatura" lungo il perimetro di una formazione rocciosa, dovrebbe evidenziare il maldestro tentativo di nascondere una "grottesca messinscena". Possibile che la NASA sia stata così sprovveduta da pubblicare con tanta leggerezza immagini pesantemente ritoccate? Naturalmente no, non è così. La spiegazione è molto più prosaica ed evidenzia, ancora una volta, la grave ignoranza di chi dovrebbe avere il compito di controllare la fonte di certe notizie prima di pubblicarle. A seguire il divertente resoconto.

Quella di seguito pubblicata è la geniale scoperta fatta dall'utente Tetricus, rilanciata subito da Vanetti senza un minimo di fact checking, a dimostrazione di come la condivisione di argomenti di cui non si conosce nulla genera spesso magre figure e fa emergere una certa cattiva fede nel voler colpire, nel caso specifico, la NASA:

Image Credits: NASA/JPL-Caltech/MSSS (con pasticcio grafico di Tetricus)
Image Credits: NASA/JPL-Caltech/MSSS (con pasticcio grafico di Tetricus)

Si tratta di un mosaico (la composizione di più immagini Raw) siglato con PIA19829 e reperibile a questo indirizzo.

Le immagini che compongono il mosaico sono state acquisite dal rover Curiosity il 1 luglio 2015, nel giorno marziano Sol 1031, e consultabili in questa galleria.


Nell'immagine sopra postata è possibile osservare l'eccezionale lavoro prodotto con l'immancabile Paint di Windows, con il quale si è tentato di dimostrare, con quadrati rossi, verdi, gialli e blu, zone in cui ci sarebbero rocce copia/incollate, da una parte, mentre dall'altra, con un paio di frecce, la presenza di una area in cui sarebbe intervenuto lo "sfumino" di Photoshop.

Andiamo con ordine, e spieghiamo a questi signori la vera origine di queste presunte anomalie.

Le rocce "copia/incollate"

Come sopra accennato, il mosaico è stato realizzato unendo alcune immagini Raw. Sfogliando la galleria del Sol 1031 si individuano facilmente le prime cinque, che riporto di seguito, collocate nella sezione FOCUS MERGE Data Product, acquisite dalle ore 13:34:45 UTC alle ore 13:56:08 UTC del 1 luglio:

Non ci vuole di certo un genio per osservare e capire che sono immagini che mostrano le stesse formazioni rocciose da prospettive diverse, da angolazioni differenti, dove in una immagine Raw si può notare la prosecuzione rocciosa tagliata nella precedente. Oltre alle diverse angolazioni si notano anche differenti posizioni delle ombre.

Tutto questo significa che unendo le immagini nel mosaico e sovrapponendo le zone rocciose che coincidono, è inevitabile che le stesse rocce e sassi presenti nelle diverse inquadrature si ripetano, dando forse l'impressione di essere copia/incollate. E' un lavoro che, con un po' di dimestichezza di fotoediting, può fare chiunque: scaricando le immagini e provando a comporre lo stesso mosaico ecco cosa ho ottenuto, senza tuttavia dedicare particolare attenzione alla perfetta sovrapposizione dei dettagli rocciosi, ma solo per dimostrare quanto appena spiegato:

Image Credits: NASA/JPL-Caltech/MSSS (composizione mosaico by ufoofinterest.org)
Image Credits: NASA/JPL-Caltech/MSSS (composizione mosaico by ufoofinterest.org)

La differenza qualitativa tra i due mosaici è evidente: nel mio si notano chiaramente (ed è giusto che sia così) i margini laterali delle foto che dimostrano l'unione e sovrapposizione delle cinque Raw prese in esame.

E' pertanto chiaro, di un'evidenza lapalissiana, che non si tratta di un maldestro fotoritocco operato dai tecnici NASA ma della inevitabile presenza delle stesse rocce marziane inquadrate da angolazioni differenti. Fa quindi ancora pù sorridere l'osservazione scritta da Flavio Vanetti:


"E’ mai pensabile di proporre al pubblico un mosaico come questo dove, nella parte superiore è evidente il ripetersi in maniera sistematica e quasi maniacale del copia/incolla della stessa immagine i cui  elementi si ripetono per tutta la sua estensione?"


Passiamo ora alla parte più esilarante.

Lo "sfumino" di Photoshop

Difficile trattenere le lacrime leggendo ciò che hanno pubblicato, lavorando di fantasia, quelli di Mistero bUFO, che di mistero hanno ben poco e di buffo tanto. Seguendo le "osservazioni tecniche" dello stesso Tetricus e mutuate da Vanetti come fosse oro colato, i tecnici della NASA avrebbero fatto un ulteriore intervento di fotoritocco utilizzando lo strumento "sfumino" di Photoshop lungo il perimetro roccioso della formazione rocciosa visibile in primo piano:


"Non bastasse, per camuffare ancora di più l’imbroglio, hanno fatto anche uso dello sfumino come farebbe un birichino delle Elementari per aggiustare alla buona qualche errore grafico durante l’ora di informatica."


Eh sì, quelli della NASA sono davvero birichini nel mostrare con tanta leggerezza un'evidente manipolazione delle immagini di Curiosity. Non scherziamo, anche qui la spiegazione è a portata di mano ed è sempre disponibile sfogliando la galleria delle immagini Raw sopra linkata, ma sembra che su Mistero bUFO non ci sia l'abitudine di verificare dalla fonte, sebbene l'amministratore del sito sia un giornalista accreditato. Metto in evidenza una delle aree in cui sarebbe stato passato questo "sfumino":

Si nota chiaramente una differenza di nitidezza, come una cattiva messa a fuoco, nella zona segnata in rosso che prosegue lungo tutto il perimetro della formazione rocciosa. Di che si tratta in realtà? Lo spiega la stessa NASA in tutte le immagini caricate, non a caso, nella sezione FOCUS MERGE:

 

"Using an onboard focusing process, the Mars Hand Lens Imager (MAHLI) aboard NASA's Mars rover Curiosity created this product by merging two to eight images previously taken by the MAHLI, located on the turret at the end of the rover's robotic arm."

 

Chiaro? Si tratta semplicemente di un processo integrato di messa a fuoco, nato dalla fusione da due a otto immagini Raw acquisite dal Mars Hand Lens Imager (MHLI)  che è posizionato sulla torretta all'estremità del braccio robotico del rover. Per evidenziare questa differenza tra due immagini con diverso focus, ho realizzato questa gif animata che mostra esattamente fin dove arriva tale processo integrato di messa a fuoco. Le immagini scelte sono quelle contraddistinte rispettivamente con la data 2015-07-01 10:51:26 UTC della galleria IMAGE e quella con la data 2015-07-01 13:45:24 UTC della galleria FOCUS MERGE:

Image Credits: NASA/JPL-Caltech/MSSS (animated gif by ufoofinterest.org)
Image Credits: NASA/JPL-Caltech/MSSS (animated gif by ufoofinterest.org)

Non credo ci sia da aggiungere altro su come sia nato lo "sfumino" che, secondo Vanetti & Co., avrebbe dovuto cogliere la NASA con le mani nella marmellata e che invece ha dimostrato la totale, grave, ignoranza di chi dovrebbe fare corretta informazione. Suonano quindi ancora più imbarazzanti le riflessioni di Flavio Vanetti:

 

Bè, bisogna ammettere che nell’esercizio indiscriminato dell’arroganza, i primi “polli” sono proprio loro. Una domanda è infine doverosa: che cosa si affannano a nasconderci i signori della Nasa di così imbarazzante con questa grottesca messinscena?

 

Chi sarebbe dunque il vero pollo? In questa storia tuonano le recenti, preziose, parole di Umberto Eco il quale in un suo articolo pubblicato su L'Espresso ha, a mio avviso, fotografato perfettamente la situazione di una stampa poco responsabile, rimarcando un concetto che si concilia bene con questo caso:

 

"Ammettendo che su sette miliardi di abitanti del pianeta ci sia una dose inevitabile di imbecilli, moltissimi di costoro una volta comunicavano le loro farneticazioni agli intimi o agli amici del bar - e così le loro opinioni rimanevano limitate a una cerchia ristretta. Ora una consistente quantità di queste persone ha la possibilità di esprimere le proprie opinioni sui social networks. Pertanto queste opinioni raggiungono udienze altissime, e si confondono con tante altre espresse da persone ragionevoli."

Da segnalare, inoltre, che questa tremenda bufala non è nemmeno originale essendo stata copiata da un noto hoaxer che spaccia qualsiasi presunta anomalia per UFO e alieni. Si tratta di Scott C. Waring che in questo suo post del 10 agosto scorso ha dato vita all'ennesima cialtronata marziana. Non è un caso se tale Waring, da me pizzicato più volte sul suo profilo Twitter, ha ritenuto giusto bloccarmi per non avere seccature nella sua "onesta attività".

 

Volendo concludere con una risata finale, prendo in prestito il citato mosaico ritoccato da Antonio Picale che ha voluto riassumerlo così:


Aggiornamento 30.08.2015

Paolo Bertotti, autore del blog PhotoBuster, ha pubblicato un interessante articolo che approfondisce ulteriormente l'assurda castroneria divulgata da Flavio Vanetti sul suo blog ospitato, non dimentichiamolo, dal Corriere della Sera.

Nella sua interessante analisi, PhotoBuster propone nel modo corretto la sequenza fotografica sul particolare dei "sassi marziani" inquadrati da tre diverse prospettive, che su Mistero bUFO hanno ritenuto fossero (è davvero imbarazzante) elementi copia/incollati:

L'ulteriore approfondimento sulla bufala di Mistero bUFO non si è fermata al solo articolo di PhotoBuster, essendo stata annoverata tra le tante prese in esame dal sito specializzato Bufale.net. Un primato di cui Flavio Vanetti potrà certamente vantarsi.